Succede di frequente, nell'ambito dei finanziamenti con cessione del quinto dello stipendio o delegazione di pagamento, che il consumatore decida di estinguere anticipatamente il finanziamento, ovvero di procedere al suo rinnovo per una diversa e più lunga durata o di trovare la liquidità necessaria per l'estinzione anticipata dello stesso.
In questi casi si riscontra altrettanto di frequente che la prassi degli Istituti di Credito/Bancari e di negare al cliente il rimborso dei costi contrattuali non goduti per il periodo residuo dell’originaria durata del finanziamento.
Tra i costi del finanziamento delle cessioni e delegazioni di pagamento, si evidenziano infatti notevoli costi rappresentanti da:
a) commissioni bancarie e finanziarie;
b) commissione di intermediazione
c) premi per polizze di assicurazione a copertura del rischio di morte o di perdita involontaria dell’occupazione
Nell’ipotesi di estinzione anticipata, al soggetto finanziato spetta un “indennizzo” proporzionale alla durata residua del rapporto.
Nel caso di mancato o insufficiente riconoscimento di detto indennizzo, il consumatore ha diritto di ottenere il giusto rimborso.
Il nostro studio, grazie alla collaborazione di avvocati e consulenti esperti in materia bancaria, permette una valutazione gratuita del rapporto contrattuale al fine di verificare la possibilità di ottenere rimborsi in tempi brevi.
Per chiedere verifica del diritto al rimborso sono necessari i seguenti documenti:
* copia del contratto di finanziamento
* copia del conteggio estintivo
La pratica di recupero del credito può essere svolta senza anticipazione di costi.
Grazie alla nostra consulenza molti clienti hanno già ottenuto, anche in via stragiudiziale, un rimborso degli oneri illegittimamente non restituiti dalle società di credito.
MILANO - Crescono sensibilmente, a quota 21.652, i ricorsi presentati all'Arbitro bancario finanziario di Bankitalia, la via per risolvere stragiudizialmente le controversie tra clienti e banche. Si tratta di un balzo del 60 per cento tra 2015 e 2016, spiegato in larga parte dall'aumento dei ricorsi in materia di estinzione anticipata dei finanziamenti contro cessione del quinto dello stipendio e in particolare delle richieste di restituzione delle commissioni sostenute in sede di accensione del finanziamento, con controversie più che raddoppiate. "C'è stata un'esplosione di ricorsi", annota via Nazionale ricordando che "la Vigilanza ha ripetutamente sollecitato le banche a tenere comportamenti corretti in questo campo; il problema riguarda soprattutto la sistemazione di casi passati", prima degli inviti di Bankitalia a far di più.